L’attività di controllo contro la proliferazione della nutria, coordinata dalla Provincia, proseguirà sulla base un accordo triennale, valido fino al 2023, che coinvolge Comuni e diversi enti tra cui Regione, Aipo, Consorzi di bonifica e Atc di pianura e collina.
La convenzione, approvata nei giorni scorsi, all’unanimità, dal Consiglio provinciale, conferma il modello di collaborazione tra gli enti, avviato nel 2015 e proseguito in questi ultimi anni con risultati giudicati positivi: grazie al coinvolgimento di oltre 500 cacciatori coadiutori vengono effettuati in media ogni anno circa nove mila abbattimenti.
La convenzione coinvolge 12 Comuni della pianura modenese, l’Agenzia regionale di protezione civile, l’Unione dei Comuni dell’Area nord, i Consorzi di bonifica Burana e dell’Emilia centrale, le associazioni agricole, l’Aipo, gli Atc Mo1 e Mo2 e dal prossimo anno anche Hera per l’attività di controllo nella zona del depuratore delle acque reflue di Modena in via Cavazza, al fine di garantirne il regolare funzionamento.
I cacciatori abilitati degli Atc, con il coordinamento della Polizia provinciale, intervengono sulla base dei piani indicati dai Comuni, con i metodi dell’attività venatoria e con l’impiego di trappole. E nei periodi di apertura della caccia anche i cacciatori possono partecipare all’attività.
La convenzione, ha affermato la comandate della Polizia provinciale Patrizia Gambarini presentando l’accordo al Consiglio, «consente un presidio costante degli argini e assicura gli abbattimenti necessari a garantire una maggiore sicurezza, tenendo conto che anche l’Ispra ha indicato l’obiettivo dell’eradicazione della specie».
Il costo complessivo delle operazioni, a sostegno delle spese di gestione e dell’attività di monitoraggio e controllo, è di oltre 90 mila euro, suddivisi tra tutti i soggetti coinvolti, per i Comuni in base alla popolazione e al numero degli abbattimenti passati, a cui si aggiungono contributi pari a 25 mila euro dalla Regione e dagli enti idraulici, risorse che saranno utilizzati per l’attività dafli Atc e dalla Provincia.
Sempre contro le tane degli animali sugli argini, la Provincia ha avviato da tempo anche un piano per la cattura di istrici e tassi e il trasferimento in altre aree, in quanto specie non cacciabili e protette.