Strage di Monchio

Depositata la motivazione della sentenza.
Scritta una pagina di storia.
[n. 9 - ottobre 2011]

«Una sentenza che scrive una pagina di storia giudiziaria importante e inesplorata per troppi anni». L’avvocato Andrea Speranzoni, che ha assistito la Provincia di Modena, il Comune di Palagano e numerose altre parti civili nel processo per la strage di Monchio, Costrignano e Susano compiuta dai nazisti della divisione “Herman Goehring” il 18 marzo del 1944, con 140 morti accertati nel modenese, commenta così le 514 pagine di motivazione depositate nei giorni scorsi dal Tribunale militare di Verona che in luglio, accogliendo le richieste dei pubblici ministeri Luca Sergio e Bruno Bruni, aveva condannato all’ergastolo Helmut Odenwald, 91 anni, capitano, comandante della decima batteria artiglieria contraerea; Ferdinand Osterhaus, 93 anni, all’epoca sottotenente; e il caporale Alfred Lühmann, 86 anni; oltre a stabilire risarcimenti per gli enti locali modenesi e l’Anpi per oltre 300 mila euro a cui aggiungere i risarcimenti previsti per i parenti delle vittime.

Questa sentenza di primo grado «è frutto di anni di indagine ed è giunta al termine di un processo penale complesso – spiega Speranzoni – confermando il quadro ricostruttivo dei fatti riferiti dai numerosi testimoni sentiti, e premiando il lavoro puntuale e meticoloso compiuto dai magistrati militari e dal personale di polizia giudiziaria italiano e tedesco». Per Speranzoni la sentenza «richiederà ora un’attenta riflessione sulle prossime mosse che faranno i difensori degli imputati i quali hanno 45 giorni per ricorrere in appello. Colpisce la puntualità della ricostruzione, ove è stata valorizzato l’apporto fornito dalle parti civili, e la meticolosità con la quale i giudici hanno ricostruito il sistema degli ordini criminosi».

Per l’avvocato, inoltre, è importante anche «l’apporto probatorio costituito dalle intercettazioni telefoniche realizzate dalla Procura della Repubblica di Dortmund in Germania, senza le quali probabilmente non sarebbe stato possibile ricostruire le responsabilità dell’imputato Lühmann e i tentativi, poi naufragati, di condizionare le deposizioni di molti testimoni tedeschi».

Sotto il profilo risarcitorio sarà necessario invece attendere l’esito del ricorso tedesco davanti alla Corte internazionale di giustizia dell’Aja. Tra il 12 e il 16 settembre si sono svolte cinque udienze in cui i due Stati hanno esposto le loro ragioni a sostegno e contro le sentenze italiane. La decisione interverrà entro l’anno.

«La sentenza di primo grado sulle stragi del marzo 1944 – aggiunge l’avvocato Speranzoni –  costituisce un primo, non definitivo, approdo dell’accertamento giudiziario alle responsabilità individuali. E’ motivo di grande soddisfazione professionale sapere di aver rappresentato una richiesta di giustizia che, dopo quasi 70 anni e tra numerose difficoltà, è giunta a un primo importante risultato. Ora la verità dei fatti verrà letta, oltre che sui libri di storia, anche in una sentenza pronunciata “in nome del popolo italiano” e frutto di una attentissima valutazione dei fatti e delle prove».

Pubblicato: 12 Ottobre 2011Ultima modifica: 12 Luglio 2022