Strategie virtuose per l’obiettivo rifiuti zero

La raccolta dei rifiuti a Capannori, una esperienza da imitare.
Sergio Pederzini, Capogruppo IdV.
[n. 3 - marzo 2011 - Dal Consiglio]

Come arrivare all’82% di raccolta differenziata e puntare all’obiettivo rifiuti zero, lo spiega in un’intervista Giorgio Del Ghingaro, sindaco di Capannori, una cittadina toscana di 46mila abitanti che si sta distinguendo per l’impegno nella riduzione dei rifiuti. È stato il primo comune italiano a aderire alla Zero Waste International Alliance che in Italia è la Rete Nazionale Rifiuti Zero.

Come siete arrivati a questo impegno in materia di rifiuti?

A metà degli anni ’90 si paventò l’ipotesi della costruzione di un inceneritore. Si scatenò una grossa battaglia popolare. L’inceneritore alla fine non fu costruito, ma non tanto per le battaglie, quanto perché furono trovati dei reperti archeologici e sul sito fu posto un vincolo ministeriale. Ma a partire da lì si è costituita una mentalità di rispetto per l’ambiente e di sostenibilità che, aveva creato le basi per consentirci di fare qualcosa di nuovo

È stato allora che siete partiti con la raccolta differenziata porta a porta?

Al tempo raggiungevamo un 30-35% di differenziata. Noi abbiamo iniziato con la sperimentazione del porta a porta in alcune zone. Dall’anno scorso siamo entrati a pieno regime e siamo all’82% di raccolta differenziata con un porta a porta che copre il 100% del territorio comunale, ovvero 156 chilometri quadrati suddivisi in 40 frazioni. Raccogliamo rifiuti urbani nelle case di 17mila famiglie per 46mila abitanti e 3.000 aziende. Inoltre, grazie a una forte campagna di sensibilizzazione oggi circa 2.500 persone hanno la compostiera. Noi ci occupiamo di certificare che il compostaggio sia fatto in modo corretto e a chi sceglie questo metodo garantiamo il 10% di sconto sulla parte variabile della tariffa rifiuti. Abbiamo due isole ecologiche, una a nord e una a sud del territorio comunale, dove si può conferire materiale ingombrante ottenendo ulteriori sconti sulla tariffa. Abbiamo creato una tessera sulla quale vengono caricati dei punti che alla fine dell’anno producono sconti sulla tassa dei rifiuti. I cassonetti indifferenziati sono stati del tutto eliminati.

Differenziare, ma anche ridurre. È questo il senso della strategia Rifiuti zero?

La strategia Rifiuti zero è un progetto internazionale che coinvolge città all’avanguardia nella gestione ambientale come San Francisco. Fino al 2004 la produzione di rifiuti del nostro comune aumentava mediamente del 5% all’anno. Poi ha cominciato a diminuire e ora siamo al -20% complessivo rispetto al 2004.

In una regione come la Toscana, in lotta per gli inceneritori il vostro esempio è stato imitato da altri comuni?

Abbiamo lottato tanto perché altri comuni aderissero alla strategia Rifiuti zero, tuttavia ad oggi ci sono esempi in tutta Italia ma non nella nostra zona. Nel Lucchese abbiamo un inceneritore in Versilia che tratta anche una parte dell’indifferenziato dei nostri rifiuti ed è chiaro che in un’ottica di filiera devono esserci anche gli impianti e le discariche, ma meno rifiuti produciamo meno impianti e discariche si devono fare.

Come ci riuscite?

I cittadini hanno acquisito una mentalità nuova e sanno cosa è riciclabile e cosa no. Per eliminare le bottiglie di plastica, per esempio, abbiamo scelto di distribuire solo “l’acqua del sindaco” nelle scuole e negli eventi pubblici. Facciamo anche un grosso lavoro sulla filiera corta per permettere la valorizzazione dei prodotti locali, ma soprattutto per diminuire i contenitori.

Su questa strada verso i rifiuti zero, i cittadini vi hanno seguito da subito o ci sono stati disagi?

La tessera che garantisce sconti è un modo per sensibilizzare l’opinione pubblica. Stiamo cercando di cambiare obiettivo e sistema, di riuscire a realizzare un cambio di mentalità per cui ogni operazione fatta attraverso i rifiuti diventi un’operazione virtuosa. Inoltre la nostra tariffa rifiuti è tra le più basse della Toscana perché abbiamo minori quantità di rifiuto complessivo, ma soprattutto perché smaltire nella filiera del riciclaggio costa meno della metà della discarica. Inoltre abbiamo creato occupazione aumentando il personale di 50 unità grazie al porta a porta. Per la raccolta ci siamo dotati di piccole Apette a metano che inquinano meno. E in giro non si vedono più i poco estetici cassonetti. Inoltre il nostro personale va incontro alle esigenze particolari dei singoli, il personale si occupa di informare e assistere i cittadini: sono un po’ dei consulenti.

Pubblicato: 09 Marzo 2011Ultima modifica: 26 Maggio 2022