È stata approvata dal Consiglio provinciale di Modena, con il voto favorevole di Pd e Idv e l’astensione di Pdl e Lega nord, la programmazione territoriale dell’offerta formativa delle scuole superiori per l’anno scolastico 2011/21012. La nuova offerta formativa che, come ha sottolineato l’assessore provinciale all’Istruzione Elena Malaguti «consolida il più possibile il sistema esistente e punta soprattutto sugli istituti tecnici e professionali», prevede l’istituzione di un nuovo indirizzo tecnico di costruzione di mezzi di trasporto al Ferrari di Maranello, l’introduzione di quello turistico al Meucci di Carpi e al Morante di Sassuolo, le articolazioni di “automazione” al Fermi e al Corni, oltre alla creazione dell’indirizzo professionale di enogastronomia allo Spallanzani di Castelfranco. Per la prima volta inoltre la programmazione riguarda contestualmente anche l’offerta di istruzione e formazione professionale di competenza regionale che, come ha evidenziato durante il dibattito Francesco Ori, assessore provinciale alla Formazione professionale, «prevedendo il primo anno della qualifica triennale all’interno del sistema scolastico, sceglie di valorizzare l’iscrizione a scuola di tutti i ragazzi in un contesto in cui si cerca un equilibrio tra conoscenze e competenze con l’obiettivo di evitare il più possibile la dispersione scolastica».
«La dispersione è figlia della riforma precedente a quella della Gelmini» ha affermato Dante Mazzi (Pdl) per il quale la riorganizzazione del ciclo e delle qualifiche dell’Istruzione e formazione professionale «è benvenuta anche se rimangono dubbi sulle modalità di applicazione». Per il capogruppo Pdl inoltre, «esistono nel sistema scolastico modenese duplicazioni, ad esempio il Fermi e il Corni, che non vanno bene e innescano una concorrenza tra scuole non positiva. Bisognerebbe invece adottare un criterio di maggior specializzazione. Bene anche rispondere alle esigenze delle imprese che però devono imparare a investire risorse sulla scuola».
Per Luca Gozzoli, capogruppo Pd, «non si può mettere in discussione il valore della cultura e non si può nemmeno asservirlo ai processi produttivi come invece vuole fare il Governo: la scuola non si può schiacciare solo sull’imparare un mestiere ma deve costruire cittadini consapevoli». Nel merito della programmazione, Gozzoli ha poi chiesto «attenzione per i presidi scolastici nei punti più lontani dal capoluogo: oggi è difficile per uno studente pensare di trasferirsi e i tagli al trasporto pubblico non rendono certo la situazione più semplice».
Dopo aver premesso che la scuola «deve dare a ognuno le stesse possibilità, indipendentemente dal comune o dal quartiere in cui vive, garantendo di più a chi ha meno e parte svantaggiato», Patrizia Cuzzani (Idv) ha portato l’attenzione su Castelfranco, «Comune in crescita ma dove esiste solo un prestigioso istituto agrario e non tutti possono permettersi di mandare i figli che vogliono fare altro a studiare fuori: una sezione liceale consentirebbe quindi di aumentare le possibilità dei nostri giovani».
Apprezzando il procedimento di «confronto democratico seguito dalla Provincia per elaborare la programmazione» Claudia Severi (Pdl) ha invece espresso un giudizio negativo per il mancato accoglimento delle proposte di nuovi indirizzi liceali. Per la consigliera occorre infatti «agevolare la distribuzione sul territorio per evitare il pendolarismo».
Al centro delle preoccupazioni di Giorgio Siena (Pd) c’è il sistema dell’istruzione professionale, «segmento debole che merita maggiori attenzioni perché imporre il diploma quinquennale a chi si iscrive agli istituti professionali provoca un grave rischio di dispersione», mentre Mauro Sighinolfi (Pdl) ha rilevato la mancanza nell’elenco delle qualifiche professionali di un indirizzo ceramico, «richiesto invece dalle aziende e che sarebbe bene prevedere per il futuro». Grazia Baracchi (Pd) ha sottolineato come il nuovo sistema regionale dell’istruzione e formazione professionale «può dare una risposta ai ragazzi che rischiano di essere espulsi dal sistema scolastico», e Bruno Rinaldi (Pdl) ha messo in evidenza che «la formazione professionale è strettamente legata all’artigianato ma bisogna dare un impulso a questo settore e renderlo appetibile anche economicamente se vogliamo che i ragazzi si rendano conto dell’importanza del lavoro manuale».