Taglio del 5×1000. Berlusconi, Bossi e Tremonti: le loro mani nelle nostre tasche!

Ordine del giorno presentato in Consiglio provinciale dal gruppo PD.
[n. 4 - dicembre 2010 - Dal Consiglio]

Sentendoci vicini a tutte quelle realtà associative (anche perché tanti di noi sono volontari in associazioni) che da questo provvedimento trarranno solo ed esclusivamente danni, con un ordine del giorno presentato in Consiglio sollecitiamo il Governo affinché ritiri il provvedimento sul “5 x mille” e provveda all’immediato ripristino del finanziamento. Ecco in sintesi i contenuti del documento.

Premesso che

Giulio Tremonti nel descrivere l’introduzione del 5 per mille nella dichiarazione dei redditi presentò l’iniziativa come «una rivoluzione fiscale» e concludeva: «Il terzo settore è l’unica speranza per produrre, con costi limitati, ma con effetti moltiplicatori quasi illimitati, la massa crescente di servizi sociali di cui abbiamo (e avremo) sempre più bisogno. Valorizzare concretamente il terzo settore non è quindi un costo per lo Stato ma un investimento».
Con questo auspicio nasce a titolo sperimentale nel 2006 la norma che permette al cittadino di vincolare la quota del “5 x mille” dell’importo sul reddito delle persone fisiche a sostegno del volontariato e delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale.
La possibilità di destinare il 5 per mille a enti di volontariato, di ricerca o sportivi è molto apprezzata: la relativa casella è stata barrata nel 2008 da 14,6 milioni di contribuenti, 1,1 milioni in più rispetto all’anno precedente. Queste risorse sono indispensabili per garantire il funzionamento di enti e associazioni locali e rappresentano un segno di grande civiltà, oltre che un riconoscimento del ruolo fondamentale che moltissime onlus svolgono come ammortizzatori sociali e importante sostegno alle situazioni difficili.
A livello nazionale i beneficiari del 5 per mille per il 2008 sono 28.171 enti, dei quali 26.596 sono associazioni di volontariato, 333 enti di ricerca scientifica, 90 quelli di ricerca sanitaria e 1.152 le associazioni sportive dilettantistiche.

Preso atto che
Il governo, a tutt’oggi, non è stato in grado di definire una soluzione politica al problema dando alla nazione una normativa chiara sulla applicazione e destinazione del 5 per mille.
Giovedì 18 novembre, nonostante un appello inviato al Parlamento da numerose associazioni, tra cui Emergency, Libera, Gruppo Abele, Greenpeace, Coordinamento Italiano Network internazionali, Medici senza Frontiere, Amnesty International, Telethon, Unicef, Save The Children, UILDM Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare, 303 parlamentari con il loro voto hanno decretato la riduzione del 75% dei fondi destinati al 5 per mille, passati dai già risicati 400 milioni dell’anno scorso ai risibili 100 milioni dell’attuale manovra, di fatto riducendo il 5 per mille ad un 1, 25 per mille, che va a colpire in particolare le piccole associazioni già riconosciute nei territori e pur fondamentali per lenire i danni della recessione sulla società italiana, proprio quando c’è più bisogno.

Valutato che
La crisi in atto ha già colpito il mondo del terzo settore in quanto sono venuti a mancare i contributi delle imprese e sono diminuite anche le donazioni dei privati, con questa manovra si mortifica ulteriormente la capacità operativa delle organizzazioni di volontariato, che sono occasioni di partecipazione attiva dei cittadini al bene comune ed alla responsabilità sociale, secondo i principi di sussidiarietà, riconosciuti dalla carta costituzionale e tante volte richiamati dalle forze politiche di maggioranza e di opposizione.
In questo modo quasi quindici milioni di cittadini che hanno scelto di sostenere il volontariato e il Terzo Settore con il 5 per mille, vengono traditi nella loro libera scelta da uno stato che trascende dal proprio ruolo di intermediario depredando di un diritto soggettivo il contribuente che ha scelto consapevolmente di aiutare una organizzazione di volontariato.

Chiediamo al governo
Di onorare gli impegni assunti volontariamente dai cittadini firmando la destinazione della quota in aiuto al mondo del terzo settore.
Di valorizzare il mondo del no profit e di non colpire i servizi sociali.
Di non togliere risorse che in applicazione al principio di sussidiarietà i cittadini danno al volontariato.
Di compiere un atto di grande  responsabilità, reintegrando il 5 per mille e i fondi per i servizi sociali.

Pubblicato: 28 Novembre 2010Ultima modifica: 12 Luglio 2022