Se qualcuno mi chiedesse di riassumere questi 365 giorni che sono trascorsi da quando decisi di chiudere l’esperienza con Italia dei Valori e ripartire come Gruppo Misto in Provincia, risponderei così: un anno di lavoro e di libertà.
Quello che più ha caratterizzato il mio impegno sono senz’altro le dodici interpellanze che ho presentato come unica firmataria per ottenere chiarimenti, tutte tese a migliorare e a valorizzare il territorio in cui sono nata, vivo e sono stata eletta, Castelfranco Emilia. Mi riferisco a temi importanti e molto concreti come l’Ospedale Regina Margherita, con attenzione per chi ne fruisce e per chi ci lavora; i beni culturali e paesaggistici (Villa Sorra, la rete museale, il 150° dell’Unità d’Italia); la battaglia contro le pubblicità sessiste e per lo sviluppo di una cultura egualitaria nei tempi, nel lavoro, nella carriera; il lavoro, con la difesa dei contratti dei precari (tutor disabili e bibliotecari della Biblioteca Loria) nelle esternalizzazioni della Pubblica Amministrazione; i trasporti, in particolare la tratta ferroviaria Modena-Castelfranco-Bologna e i servizi di accoglienza della stazione di Castelfranco Emilia; la tutela degli animali e la regolamentazione della caccia. Poi le politiche extracomunali, come ad esempio la tutela del commercio e delle botteghe del centro storico di Vignola, cittadina che ha uno dei castelli più belli del mondo.
Ho dato anche il mio supporto a tre ordini del giorno del Consiglio Provinciale dedicati ai territori colpiti dal sisma. Mi sono spesa per difendere la ricostruzione delle case, delle imprese, delle scuole, ma ho ribadito l’importanza della memoria e quindi della ricostruzione dei beni culturali crollati, vero simbolo di una coesione sociale imprescindibile ad una vera ricostruzione dell’anima della “bassa”. E ho chiesto sicurezza per chi lavora e chi studia, per tutti.
Ci sono poi alcuni argomenti che mi stanno particolarmente a cuore, che si legano alle mie origini di figlia di contadini. Parlo della valorizzazione dell’agricoltura, della tutela del made in Italy, della salvaguardia del terreno agricolo, della diffusione dei servizi per le aziende e i territori rurali (semplificazione dei rapporti con le amministrazioni locali, valorizzazione del rapporto cibo e territorio, applicazione dell’IMU per i fabbricati rurali ad uso strumentale).
Un altro tema attualissimo è quello delle istituzioni. Quali effetti avrà sui cittadini la riforma delle province? È difficile da prevedere ora, ma certo va nell’ottica di un giusto risparmio la rivisitazione delle spese per il funzionamento del Consiglio Provinciale, già sostanzialmente ridimensionate a partire da questa legislatura: nessun privilegio di casta, dunque, ma rimborsi oculati e giustificati. Con i risparmi così ottenuti si metterà in campo un progetto di pubblica utilità. Per quanto mi riguarda, uno dei miei principi politici è sempre stato, e sarà, quello di portare avanti le politiche specifiche del mio territorio. Credo molto nella rappresentanza diretta e quindi, in questo anno, non ho sottoscritto nessun atto politico che abbia valenza nazionale e non sia nelle competenze dirette della Provincia. Perché ritengo che in Consiglio Provinciale si debba parlare del territorio di Modena, altrove sono le sedi di dibattiti o di iniziative di legge più generali. Un modo a mio parere di dare serietà e concretezza ad un ente la cui chiusura è ormai considerata la panacea dei mali italiani: ritengo che si debbano rivedere l’organizzazione istituzionale italiana, quindi anche le Province, ma lo si debba fare senza venir meno ai principi costituzionali e con equità di visione.
Ho confermato in questi mesi il mio impegno per la tutela dell’ambiente. Innanzitutto ho prodotto, come prima firmataria, un ordine del giorno che chiede l’attivazione di modalità per ridurre i consumi negli edifici pubblici: le spese per riscaldamento e raffrescamento e la conseguente emissione di inquinanti in atmosfera. Sempre a proposito di ambiente, non approvo il percorso attuale della Cispadana, sollecito il progetto di ripristino delle Cave di Castelfranco, chiedo una migliore manutenzione e implementazione di verde pubblico e delle piste ciclabili. All’insegna di una green economy che sia al servizio del cittadino e a tutela dell’ambiente, non distruttrice di beni paesaggistici.
Sono molte altre le attività in cui mi sono impegnata, sono Presidente della IV° Commissione Consiliare e della Consulta dei “Modenesi nel mondo” (quest’ultima senza budget e senza gettone), sono nel direttivo della Consulta nazionale UPI per le Pari opportunità, lavorando in totale trasparenza. Sul sito della Provincia è pubblicato il mio compenso, sia come politica che come lavoratrice pubblica. Si scrive trasparenza e si legge onestà.
Ma c’è un’altra parola che mi sta molto a cuore: libertà. Dolorosa è stata la decisione di uscire, fiera la convinzione di aver fatto la cosa giusta. Sono in maggioranza con la schiena dritta (mi sono astenuta dal votare un piano provinciale del turismo arcaicamente evanescente) e rispondo ad un’etica e ad una morale che sono per me un riferimento imprescindibile, nella vita pubblica e in quella privata. Si scrive e si legge libertà.