L’Oasi di Festà di Pavullo è stata revocata nei giorni scorsi dalla Provincia di Modena con un provvedimento che conferma le 76 aree di protezione della fauna, le zone di ripopolamento e cattura (Zrc), sparse in tutto il territorio modenese: 67 in pianura e collina e nove in montagna per una superficie complessiva di oltre 34 mila ettari.
Gran parte del territorio dell’Oasi era già stato compreso all’interno dei confini del Parco dei Sassi di Roccamalatina; ora la parte residua viene dichiarata area di rispetto della fauna con possibilità di caccia solo agli ungulati, volpe e corvidi.
L’elenco delle zone di ripopolamento conferma nella sostanza le aree prevalentemente agricole già individuate dal Piano faunistico provinciale, dove la caccia è vietata allo scopo di favorire la riproduzione e la sosta della fauna. Ma non solo. Come spiega Giandomenico Tomei, assessore provinciale con delega alle Politiche faunistiche, «l’obiettivo è anche quello di garantire la salvaguardia di zone di pregio a fini faunistici con una attenzione particolare al giusto equilibrio delle diverse specie anche a tutela della nostra agricoltura».
Tra le zone confermate spiccano le aree del Bosco Rossi a Carpi, S.Martino Spino e Gavello a Mirandola, S.Prospero, Solara di Bomporto, Villabianca di Marano, la zona dell’ippodromo e Villanova a Modena, Piumazzo di Castelfranco Emilia e la zona di Cinghianello tra Gombola e Polinago.
La Provincia, infine, su richiesta dell’Atc Modena 2, quello di pianura e parte della collina, ha approvato l’istituzione di alcune microaree all’interno delle zone di ripopolamento e cattura della Partecipanza di Nonantola, della cassa di espansione del Secchia, di Portile, Tre Olmi e S.Damaso di Modena e Altolà di S.Cesario sul Panaro dove sarà possibile effettuare la caccia di selezione degli ungulati per contrastare l’eccessiva proliferazione, soprattutto di caprioli e cinghiali, in aree dove il Piano faunistico provinciale prevede l’eradicazione.