L’Area nord della provincia di Modena è cresciuta fino al 2008 a un ritmo superiore rispetto al resto della provincia e dall’inizio della crisi ha contenuto la flessione: nel 2009 il fatturato è sceso solo del 3 per cento, contro una caduta media del 14 per cento. Il merito va alla presenza delle imprese biomedicali: sono 98 quelle insediate nel distretto di Mirandola (su 147 presenti in provincia di Modena), con un fatturato di 1.070 milioni e 4.757 addetti (dato K-Finance 2010). Un settore che nella provincia ha messo a segno nel 2010 una crescita del 3,2 per cento per la produzione e del 6 per cento per il fatturato, grazie soprattutto a una quota export superiore al 50 per cento.
In questo contesto, Democenter-Sipe ha rilevato fabbisogni e aspettative delle imprese attraverso focus group e interviste. Tredici i bisogni prevalenti mappati, tra cui spiccano i servizi per intercettare tecnologie e idee innovative, servizi per l’accesso a sperimentazioni cliniche, maggiori opportunità di collaborazione tra grandi gruppi e piccole aziende, servizi per il fundraising, ricerche brevettuali e di mercato. Il principale punto di debolezza, evidenziato sia dalle imprese che dalle associazioni di categoria, consiste nella difficoltà a costruire partenariati tra imprese per progetti di collaborazione, nonostante i forti legami e l’interscambio che esistono tra le aziende operanti all’interno dell’Area nord. Tra i punti di forza rilevati, viceversa, spiccano la presenza a Modena di un Centro per la medicina rigenerativa all’avanguardia a livello internazionale e il Quality Center Network, soprattutto come strumento per avviare un superamento della criticità prima rilevata.
In base ai risultati emersi dall’analisi, lo studio di fattibilità individua cinque obiettivi specifici cui il Centro di competenze dovrà dare risposta: costruire reti di cooperazione tra imprese su progetti di ricerca; costruire reti nazionali e internazionali per il trasferimento di conoscenze e tecnologie d’avanguardia; assicurare forte capitalizzazione dei progetti; attrarre e valorizzare competenze elevate e dinamiche; costruire relazioni stabili con enti che definiscono le norme per consentire a un prodotto di diventare commercializzabile.
Il Centro avrà sede a Mirandola e si baserà su un modello a rete che valorizzerà e metterà a disposizione delle imprese le risorse già presenti sul territorio come il Tecnopolo di Modena, la Rete Alta Tecnologia, l’Università di Modena e Reggio Emilia, il Sistema sanitario provinciale, il sistema bibliotecario di ateneo. Potrà contare su un incubatore sia per lo scouting e lo sviluppo di idee innovative sia per le imprese hi-tech, fornendo loro spazi allestiti, servizi consulenziali e laboratori a supporto. Garantirà inoltre alle imprese servizi formativi, ricerca di partner tecnologici e commerciali, tutela e valorizzazione della proprietà intellettuale. Le imprese potranno scegliere se usufruire semplicemente dei servizi del Centro o divenirne sostenitrici, versando una quota annuale. In quest’ultimo caso potranno godere di un pacchetto di servizi esclusivi. Non saranno realizzate infrastrutture murarie ma saranno attivati laboratori multidisciplinari a supporto dei progetti di ricerca, senza distogliere da essi risorse (esempio: banda larga, database, laboratori di altissimo profilo…).