Sono un’ottantina, tra illustrazioni librarie, fogli sciolti e rare matrici lignee, le opere esposte nella 15ª edizione della Biennale di Xilografia di Carpi dedicata ad Adolfo De Carolis che inaugura sabato 9 aprile alle ore 18 nell’ambito di “Musei da gustare”. La mostra, allestita nella loggia di primo ordine del Palazzo dei Pio fino al 12 giugno, ripercorre tutti i momenti salienti della produzione dell’artista marchigiano, uno dei più importanti del Novecento, vissuto tra il 1874 e il 1928, che ha ripreso dal Rinascimento temi e peculiarità tecniche. «Non è casuale nell’anno del 150° dell’Unità – spiega Alessia Ferrari, assessore alle Politiche culturali del Comune di Carpi – la scelta di dedicare questa edizione della Biennale a uno xilografo come De Carolis, che ha saputo coniugare il suo essere artista con il sentirsi parte di una comunità ancora in costruzione. La sua opera consente infatti di approfondire la riflessione sulle implicazioni determinate da una vicenda geopolitica epocale che portava con sé un intenso fermento culturale e radicali trasformazioni sociali». De Carolis riprende infatti l’incisione xilografica e a chiaroscuro tradizionale dando molta importanza al ruolo dell’illustrazione libraria e intessendo relazioni con figure chiave della cultura di quegli anni, come D’Annunzio e Pascoli dei quali illustra le opere.
L’esposizione è accompagnata nella sala dei Mori dalla videoinstallazione “Lemniscata” di Maria Lucrezia Schiavarelli, che apre la rassegna “Ad Hoc”, curata da Luca Panaro. L’intervento dell’artista pugliese è ispirato infatti alla produzione artistica di Adolfo De Carolis e di Ugo da Carpi, l’inventore della tecnica a chiaroscuro, incentrandosi sugli elementi tipici del mezzo xilografico per rielaborarli utilizzando un altro linguaggio. Attraverso il video l’autrice si concentra sul concetto di matrice, cioè di entità capace di produrre una forma nuova. Nel processo un ruolo fondamentale è giocato dal tempo e il titolo dell’opera, Lemniscata, si riferisce alla curva a forma di otto rovesciato che indica il simbolo matematico dell’infinito, ricorrente nelle decorazioni e negli affreschi di Palazzo dei Pio.