La crisi morde l’occupazione

In Consiglio provinciale i dati sulla disoccupazione. Verso il “patto del buon lavoro”. Al 30 settembre 2010 sono 15.000 i modenesi, disoccupati e in mobilità. Circa 11 milioni di euro per la formazione di persone da reinserire nel mercato del lavoro.
[n. 3 - novembre 2010]

Un saldo positivo tra assunzioni e cessazioni che vede però, nel 2010, la flessione dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato e l’aumento dei contratti a tempo determinato (1.200 in più rispetto al 2009), di quelli a chiamata (1.282 in più) e di somministrazione (1.466 in più). Un totale, indicato dai Centri per l’impiego modenesi, di 15 mila persone senza lavoro, tra disoccupati e iscritti nelle liste di mobilità. Quasi 13 mila lavoratori in cassa integrazione ordinaria e straordinaria in deroga e circa novemila in cassa integrazione straordinaria autorizzata per un totale, da gennaio a settembre 2010, di oltre 21 mila ore (il 226 per cento in più rispetto al medesimo periodo del 2009). È questa la fotografia degli effetti della crisi sul mercato del lavoro modenese illustrata in Consiglio provinciale mercoledì 3 novembre dall’assessore al Lavoro Francesco Ori.

La crisi ha colpito in prevalenza le professionalità medio basse, oltre il 60 per cento dei disoccupati e degli iscritti alle liste di mobilità possiede infatti un titolo di studio uguale o inferiore alla licenza media, con una prevalenza delle fasce d’età più elevata, mentre le aziende hanno modificato le loro richieste ricercando sempre di più profili professionali medi con un maggior numero di competenze e specializzazioni.

«La nostra attenzione – ha affermato l’assessore Ori – sarà quindi prioritariamente dedicata alle fasce più deboli che hanno bisogno di sostegno e formazione per innalzare le loro qualifiche professionali ed essere nuovamente inserite nel mercato del lavoro». Ori ha poi annunciato l’avvio di un confronto che coinvolgerà tutte le parti sociali per elaborare un “patto del buon lavoro” che, con modalità che lascino da parte ogni autoreferenzialità o pretesa di autosufficienza («le parole devono diventare fatti»), indichi le azioni prioritarie da compiere concretamente partendo dall’analisi del fabbisogno.  In particolare, con la formazione professionale, ha annunciato l’assessore, «dovremo programmare la destinazione di circa 11 milioni di euro di risorse europee, invece dei 21 previsti. In questo ambito, come per le politiche attive per il lavoro, sarà fondamentale il raccordo con gli enti locali, che avranno un ruolo attivo negli inserimenti lavorativi con priorità per i disoccupati, e la sinergia con il terzo settore per sviluppare le potenzialità di occupazione nel settore dei servizi alla persona».

Pubblicato: 01 Novembre 2010Ultima modifica: 26 Maggio 2022